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È da qualche anno che seguo con maggiore interesse quanto viene proposto da Case editrici, Associazioni, circoli culturali e da privati cittadini che si sentono “defraudati” e, a volte, addirittura orfani di coloro che potrebbero dare stimoli e sollecitazioni. Lamentano la mancanza di spazi fisici, dove in qualche maniera si può lavorare, si può confrontare, si può costruire un percorso unitario. A questo si aggiunge un altro aspetto: chi vuole mettersi in gioco e rischia l’agone, e non solo per mero narcisismo, viene puntualmente ignorato e, a volte, umiliato da certi atteggiamenti che definirli supponenti è poco.

Una settimana fa sono stato invitato dall’Associazione “Il Bucaneve” ad un incontro a tema presso la Villa Amendola di Avellino. La location la conosco bene ma con grande sorpresa un gruppo di giovani si offre di farmi visitare i locali sotterranei. Accetto di buon grado anche perché mia moglie, da bambina, giocava con la figlia della signora e me ne aveva parlato qualche volta. Sono rimasto sorpreso! Per due motivi in particolare: uno perché finalmente il Comune(?) si sta adeguando agli standard di città più evolute mettendo a disposizione guide, l’altro perché la struttura è stata recuperata, a mio modesto avviso, non bene se non addirittura male, e questo a maggior ragione se si considera la bellezza del sito. È uno spettacolo!

Ma tornando all’incontro devo ammettere che mi sono trovato dinanzi a qualcosa di diverso. Una grande biblioteca con ai lati due filari di scrivanie divise da un leggio. La dottoressa Ronca ci informa che ha intenzione di organizzare l’incontro in modo inusitato. Apre un libro di Andrea Vitali e legge qualche pagina. Lo stesso fa il sottoscritto ed altre due persone. Quindi inizia il dibattito e, per la verità qualche perplessità sorge a me e poi a tutti. Due genitori e un bambino! Due persone avide e spregiudicate e… un bambino, in balia, anche lui degli interessi di un tutor spregiudicato, il tassista nella fattispecie. Proviamo a dare una motivazione a questi comportamenti e siamo scesi nella nostra sfera genitoriale! Si, siamo riusciti a scomodare anche la psicologia e l’animalità presente in ogni essere umano. Io ho letto un solo lavoro di Vitali dal titolo “Olive comprese” e ho delle difficoltà a vedere nello scritto che abbiamo cominciato ad analizzare lo stesso autore. In questo momento conta poco la mia opinione, trovo più interessante il modo di proporre un libro. Una volta si diceva che si legge e si trasferisce il pensiero, in questo caso si legge, si pensa, si analizza e si esprime un’opinione quasi al buio. È un modo di incuriosire? Per me è un pensiero molto forte, forse perché lontano dal mio modo di intendere la famiglia ed è un messaggio che guarda ad un futuro già particolarmente nebuloso. Se qualcuno legge, ancora una volta, peroriamo la causa della cultura ed inviamo un appello per la messa a disposizione di strutture, anche da sistemare, da parte di qualsiasi Ente o privati cittadini. Se dovesse avvenire ve ne saremo grati.

Antonio Sasso

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